
Una Campagna necessaria per continuare a dare voce alle persone che sono in difficoltà e per riprendere il significato letterale della parola inglese “welfare” che, tradotta, suona benessere, e il benessere è il risultato di elementi affettivi, economici, relazionali, sociali che le persone vivono”. Appena l’epidemia ci ha dato tregua abbiamo voluto riprendere il filo di presenza come Comunità di Capodarco, troppo a lungo silenziosa, con una riflessione che ci riguarda da vicino. Il tema scelto è stato proprio il welfare: quella tutela che viene richiesta da chi ha bisogno di aiuto; delicatamente sono indicate le persone fragili; in realtà sono coloro che non riescono, senza adeguato sostegno, a vivere autonomamente.
Dal nostro punto di vista siamo rimasti sorpresi da tre grandi quadri culturali i cui elementi essenziali sono già in atto:
– Indifferenza per i fragili
– Mancanza di futuro
– Fragilità delle relazioni
Il nostro mondo, fatto di associazioni, di cooperative, di fondazioni, prende in carico moltissime situazioni subentrando in spazi e fornendo risposte che spesso lo Stato non riesce a dare, con numeri importanti di interventi e di lavoratori impegnati nelle diverse figure professionali. Nonostante questo, l’attenzione è bassa e abbiamo assistito, in questi anni, ad uno svilimento di tutto il settore diventato per molti aspetti, spazio di tagli e di poco investimento; il risultato è stato una crescente disumanizzazione dei servizi e una scarsa attenzione alle persone, che non trovano risposte adeguate ed umane”. Inoltre, la burocratizzazione degli interventi ha privato sempre più la persona che ha bisogno di aiuto della sua identità.
Il bisogno di cura non si può omologare. L’impostazione di un welfare “umano” deve consentire all’individuo, nella fase più fragile della propria esistenza “di vivere la vita, la più felice possibile”.
Cosa intendiamo per “Welfare Umano”
- Gli interventi necessari a garantire un tenore di vita dignitoso per tutti, ma soprattutto per chi, a causa di malattia, disabilità, solitudine, povertà, disoccupazione non è in grado di condurre una vita degna di essere vissuta
- L’impegno singolo e collettivo di offrire prospettive di vita. La linea di guida può essere indicata come armonia: equilibrio di risorse e di interventi capaci di garantire voglia di vivere
Alcune basi e principi elencati nel MANIFESTO
- Ognuno ha diritto a nascere, vivere e morire nella propria casa. L’accoglienza in strutture specifiche è l’ultima opzione da esaminare.
- Una “buona” accoglienza passa per il rispetto della persona (viene assistita la persona, non il malato mentale, il vecchio, il tossicodipendente, il borderline, lo straniero…)
- L’importanza della cura degli ambienti in cui l’accoglienza viene svolta. Sono invalse due tendenze nocive e irrispettose delle persone: numeri alti di posti letto (100-200 posti) e impostazione delle degenze in stile ospedaliero. La giustificazione è l’economia di scala. Il prezzo di questa economia è pagato da chi, per anni, è costretto a sentirsi un malato acuto e non avere una vita propria. Vivere relegato in un letto, con l’assistenza che deve rispondere al minutaggio, con cibo standardizzato, con visite esterne a orario fisso significa sottoporre la persona a una vera e propria persecuzione”
- La relazione, base della cura. Fondamentale in questo ambito così come nei processi di inserimento sociale che riguardano ogni cittadino nei diversi momenti della propria esistenza: vale nell’età prescolare, vale nell’ambito scolastico nel quale il “clima competitivo deve lasciare spazio al clima di comunità che accetta tutti valorizzando ogni minima risorsa”; vale rispetto al mondo degli adolescenti e a quello dei giovani, vale per le famiglie come per le persone anziane. Vale per tutte le persone con particolari difficoltà, per malattia e per condizione: la malattia psichiatrica, le dipendenze, la carcerazione.
- La necessità di uno stanziamento di risorse economiche sul fondo sociale che sia consistente e stabile
- Il bisogno di un’istruzione capace di valorizzare le capacità di ognuno
- Una maggiore attenzione alle politiche giovanili
- Inserimenti guidati per le persone fragili e sostegni alla non autosufficienza
- Una politica industriale attenta ai nuovi bisogni e consumi, servono interventi sulla famiglia, serve uno sguardo puntuale sulle politiche sociali
Una società in armonia è un bene che non esclude nessuno.